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lunedì 19 settembre 2016

LA RAZIONALITA' DEL COCCODRILLO #18


Caterina
di concubine, complicazioni e dilemmi

Risolta la situazione con Marta mi sentii quindi estremamente libero di interessarmi a Caterina.
Nel frattempo, infatti, avevamo comunque continuato a incontrarci con i rispettivi amici (miei e di Marta). Caterina era simpatica a tutti e collezionava oggetti trash a 360°. E quindi fu naturale iniziare ad invitarla alle successive uscite cercando di tagliar via sempre Marta e il resto dell'allegra brigata. C'era però un problema: Caterina era la concubina dell'Idiota.
Questo spiegava perché, a differenza degli altri evanescenti soggetti sponsorizzati da lui, Caterina fosse l'unica a ripresentarsi, sia pure ad intermittenza.

Era tutto decisamente più complicato per una serie di motivi che, stringendo stringendo, si riducevano a due:
1) uscire con Caterina implicava avere l'Idiota di mezzo
2) al tempo vedevo le donne impegnate come angeli asessuati.

All'inizio non sapevo che fare, prima provai a far finta di niente, era semplicemente una persona piacevole ma potevo sempre guardarmi attorno aspettando che la natura facesse il suo corso, l’Idiota fosse scaricato o magari l’arrivo di una preda più appetibile.

L'attesa fu vana.

Decisi di farmela passare, provai a non chiamare più né Caterina né l’Idiota ma ci pensavano sempre altri. Per inciso, è curioso quello che avviene nei gruppi di persone, alla fine ti abitui ad avere attorno anche gentaglia odiosa di cui nessuno riesce più a fare a meno. Nonostante non riscuotesse le simpatie di molti alla fine quasi tutti concordavano sul "ma dai, non possiamo non chiamare l'Idiota!"

Fallito anche il piano B.

Iniziai quindi a farmi vedere sempre più di rado. Mi ritirai pian pianino in eremitaggio. Lontana dagli occhi, lontana dal cuore. Giuro che ci credevo davvero! Non vacillai nemmeno quando Nib mi disse che sembravo quello che si era tagliato l'uccello per far dispetto alla moglie! Mi sentivo un monumento di integrità a tutto vantaggio della mia autostima. Finché un pomeriggio mi arrivò questo messaggio:
Ciao. Tutto bene? Mi preoccupo? Cat

Ulteriore fallimento. Prima di domandarmi se il destino stesse cercando di dirmi qualcosa, andai nel panico. Che fare?
Beh, tanto per cominciare memorizzai il numero. E poi? Che alternative potevo avere?
Tanto per cominciare avrei potuto non rispondere. Avrebbe pensato che non avessi ricevuto il messaggio, di averlo mandato al numero sbagliato, che non volevo rispondere o che non volevo rispondere a lei?

In realtà volevo rispondere. Ma come? Un laconico sì? O un drammaticissimo no? Optai per qualcosa di più verboso ma meno specifico con un
insomma, ma mi riprenderò.

Ne arrivò subito un altro:
:-( salute o altro?

I problemi si complicavano. Il fatto vero è che non sapevo più cosa volevo. Volevo mantenere il contatto? Volevo troncare tutti i rapporti? Entrambe le cose? Ci credevo? Non ci credevo? Decisi di vedere dove sarebbe arrivato lo scambio di messaggi e risposi "altro".

esci alle 5?
si. perché?

Non arrivarono altre risposte. Restai qualche minuto a fissare il display del telefono ma nulla di fatto. Arrivò l'ora di uscire. Presi l'ascensore, mi misi le cuffie nelle orecchie, passai il cartellino, superai il tornello, varcai il portone salutando il guardiano con la mano e una voce disse "ciao". Non era il guardiano. Era Caterina.

CAPITOLO 19

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