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martedì 14 settembre 2010

rockoccodrillo


Di tutta l’attuale querelle politica ho notato una cosa in particolare. Berlusconi è diventato grassissimo. Non ha più il collo, la faccia inizia a cedere, guardate la ruga sulla destra, la vostra destra, quella che dall’occhio arriva al mento. In più ha una panza da lottatore nella birra. Se potete, notategli anche le mani, le poche volte che sono chiaramente in vista, grigie, raggrinzite, da vecchio... non da anziano, non da settantaquattrenne, ma proprio da vecchio orrendo. Resistono solo i capelli disegnati.

Come disse uno riguardo alla storia estetica di Michael Jackson, se questo è il fuori, cosa è successo dentro? Il decadimenti fisico come specchio di un decadimento a 360°, di una fine, di un marcio che alla fine, nonostante belletti, profumi e maschere viene sempre fuori.

Dando tempo al tempo i conti tornano. Il nano ingrassa e invecchia, tutto in una volta, e il suo potere scricchiola e collassa. I topi abbandonano la nave, chi prima, chi dopo a seconda della distanza dal formaggio o a seconda delle possibilità di salvarsi (leggi: riciclarsi) che per la politica italiana è ampia a patto di avere lo stomaco di un Capezzone. Alcuni sorci non potranno abbandonare la nave, lo sanno, per loro non ci sarà nessuna scialuppa. L’unica possibilità è di arrampicarsi sull’albero maestro, per affondare per ultimi e godersi l’aria (e il formaggio) per più tempo possibile.

A prescindere da come andrà nella pratica la campagna acquisti post Ibraimovich, perché, inutile nascondersi, tappare una falla non è mai una soluzione a lungo termine, ci aspettano altri 50 anni di Democrazia Cristiana, sperando che qualche super potenza ad alta vocazione democratica (tipo Russia o USA) ci foraggi per essere baluardo contro l’avanzata dell’orda sinoislamica in occidente. 
Immagino che nemmeno voi vorreste vedere i cavalli dei seguaci del profeta con gli occhi a mandorla abbeverarsi nelle fontane di piazza San Pietro...

Oppure mi sbaglio ed entro 2 mesi arriverà la cavalleria libica guidata da Maroni a liberare il paese da ogni parvenza di democrazia, in un rigurgito di nostalgia di Khomeini.




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