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mercoledì 18 marzo 2009

tecnologia canaglia #7


A casa ho tanti telecomandi, non fate finta di niente perché siete tutti nelle mi condizioni. Uno per il televisore, uno per il lettore dvd, uno per un decoder a caso, i telecomandi/joystik della wii, vari ed eventuali. Spesso mi sbaglio, ne uso uno al posto di un altro, questo magari questo a voi non capita a me invece si. Gente più sveglia di me ha pure comprato un telecomando universale da usare al posto di tutti gli altri, ma io mi fido poco. Fra l’altro in commercio ce ne sono alcuni davvero assurdi e che costano centinaia di euro, hanno lo schermo e sono giganteschi. Bah!

Di tutte queste trappolette, la mia preferita è quella del televisore. Grande, solido, funzionante e semplice da usare. Si, semplice, ci sono tanti tasti, ma ognuno ha una funzione ben chiara, descritta da un simpatico disegnino astratto sì ma non tanto da essere incomprensibile.

Discorso opposto per il telecomando del lettore DVD. L’infame attrezzo ha una forma banale, tasti gommosi (tipo quelli dello ZX Spectrum, per i trentenni che stanno leggendo) e con il vezzo di scolorirsi. Si, perché il genio che li ha progettati ha ben pensato di apporre il simbolo astratto rappresentate la funzione proprio sopra il tasto e di riempire letteralmente il telecomando di queste protuberanze gommose. Oltretutto i simboli sono per un 90% totalmente incomprensibili e premendo i tasti non succede nulla se non l’aumento del mio sgomento.

Il problema vero però è un altro: il telecomando ha una mentalità sua. Ogni tanto, per esempio, decide che i tasti con le frecce e il tasto “ok” non servono. Problema di batterie? Per niente, semplicemente freme di vedere il film, non gli interessano i sottotitoli, scegliere la scena o altre perdite di tempo, lui vuole solo vedere il film... non è un caso che l’unico tasto funzionante sia “play”. Per lo stesso motivo, quando non ne può più di un film decide automaticamente di spegnersi...

tu sei lì, che vuoi rivedere per la quinta volta di fila la scena dove Darth Vader dice “Luke, io sono tuo padre!” con Luke, appeso a una specie di colonna barocca futuribile e con l’espressione di chi non caca d un paio di settimane, che urla “Noooooooooo!”. Ecco, tu sei lì, vuoi rivedertela per goderti l’urlo pompato da tutte le tecnologie audio oggi a disposizione.... va indietro, vai troppo indietro, vai avanti veloce un pochino, poi premi play... e lui spegne tutto. Completamente. La sensazione è la stessa di quando hai una gran voglia di gelato, di un gusto in particolare, tipo puffo, cozze meringate o banana e catrama che prepara solo Quel gelataio che si trova a 10km di strada e tu prendi la macchina, ci arrivi davanti e scopri che è chiuso... magari per un motivo insulso, tipo “chiuso perché ho lasciato le chiavi a casa” o “torno subito dopo le ferie”. Insomma, la sensazione di mangiare un pugno di mosche.

A questo punto la beffa: il geniale progettista non ha dotato il telecomando di un pulsante per rimettere tutto in moto. Devi alzarti, pigiare su ‘on’ per poi scoprire che non puoi partire dall’ultima scena vista. Il dettaglio, secondo me sensazionale, è che il telecomando è comunque provvisto di un tasto ‘acceso/spento’ (diverso dal tasto ‘play’, intendo) che però serve solo per spegnere.

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